Come si scrive e come si dice. Sono andata in visibilio per il visibilio di gente che c’è!

visibilio

Andare in visibilio.
Quante volte lo abbiamo detto?
…. vabbe’, se non lo abbiamo detto però lo abbiamo letto. O no?

L’altro giorno l’ho detto e poi ho pensato: “ma perché diciamo così?”.
Ed è successo che ho scoperto un altro ‘equivoco’ linguistico.

Avete presente il Credo? Una della preghiere che vengono dette durante la celebrazione della messa cattolica? Pare che l’espressione arrivi proprio da lì.

Sappiamo che l’originale è in latino e inizia così:

Credo in unum Deum,
Patrem omnipoténtem,
Factorem cæli et terræ,
visibílium ómnium et invisibilium.

Il Credo o, vero nome, Simbolo della fede o professione di fede riassume tutti gli elementi fondamentali della religione cattolica e quello che solitamente viene recitato in chiesa è il Simbolo Niceno-Costantinopolitano (Symbolum Nicænum Costantinopolitanum), che pare risalga a dopo i Concili di Nicea (325) e di Costantinopoli (381).
Ora, cosa succede se in una società quasi totalmente analfabeta fai recitare una preghiera in latino alle persone senza che ne conoscano il significato? Succede che “visibilium omnium et invisibilium”, che significa “di tutte le cose visibili e invisibili”, viene storpiato e nello storpiarsi assume un altro significato. Essendo le cose che Dio ha creato di grande quantità, “visibilium” ha assunto, nell’interpretazione popolare, proprio il significato di “moltissimo”, “una miriade”, “tante cose meravigliose”.

E qui si spiega perché a volte diciamo o sentiamo dire “c’era un visibilio di persone” o “ho un visibilio di cose da fare”.
Io non credo di aver mai usato questa espressione però se lo dice Treccani

E invece come siamo arrivati a l’espressione “andare in visibilio”? Nel senso di “andare in estasi”, “essere rapiti dalla gioia”?
Il nesso tra qualcosa di grande quantità a qualcosa di bellissimo è molto semplice, specie se parliamo di tutte le cose meravigliose create da Dio e che vengono celebrate nel Credo.

Quante volte diciamo “grande” Per indicare cose che stanno andando bene?

«Angela, ho superato un esame!»
«Grande!»

E pare proprio che per la stessa evoluzione linguistica anche “visibilio”, dall’accezione di “grande quantità di cose” abbia assunto il significato positivo per esprimere gioia e contentezza ed estasi. Confesso però di non aver trovato molte fonti che confermino questa tesi, quindi sono aperta a confronti e discussioni se qualcuno ne sa qualcosa in più.

Che storia, eh?
Da una storpiatura si è arrivati a un’espressione italiana riconosciuta e corretta.

Attenzione però, questo non giustifica gli errori che facciamo, ma ci spiega ancora una volta che le lingue si evolvono, come decide il ‘popolo’ e con i loro tempi.

Nonostante noi e nonostante i grammarnazi!

(fonte)

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