Neonazi (Einaudi Ragazzi), la coinvolgente e inquietante autobiografia di un adolescente nella Germania di oggi.
Nubi minacciose, cariche di cupo revisionismo, si addensano in tutt’Europa.
Si vede svanire un certo paesaggio umano, quel sentirsi tutti parte di un destino comune privo di confini interni, in un’Europa unita da valori ritenuti, evidentemente a torto, non più in discussione.
Due guerre mondiali, decine di milioni di morti, distruzioni e genocidi, sembravano sufficienti; non si contano i tanti “mai più” affermati, dichiarati, ostentati alle innumerevoli cerimonie di Memoria o di Ricordo, alle inaugurazioni di mostre, musei, o in occasione di anniversari.
Tutto sembra oggi parte di un sogno smarrito, perché non si è capito che la libertà e la democrazia vanno costantemente difese, protette, alimentate, e basta pochissimo per scardinarne le fondamenta, minarne i pilastri, renderle fragili.
Neonazi è un romanzo autobiografico esemplare.
Racconta con partecipazione ed efficacia il drammatico progredire di una formazione distorta, lo sviluppo di un bambino nato in un ambiente filonazista alla ricerca di un’identità in cui potersi riconoscere.
Crescere non è mai facile, non lo è mai stato.
La letteratura mondiale fornisce esempi ambientati in ogni latitudine del pianeta e ogni protagonista dialoga idealmente con tutti gli altri in un eterno rimbalzo di esperienze, ma ogni storia è a sé ed è quindi possibile declinarla all’infinito, scoprire e narrare innumerevoli variazioni sul tema riuscendo a trasmettere, con ognuna di esse, suggestioni tali da far sì che valga la pena leggerne un’altra ancora.
Come si sviluppa una personalità violenta, razzista, antisemita?
Non esiste un modello preordinato, pur in presenza di alcuni elementi comuni: mancanza di riconoscimento, figure paterne assenti, violenze familiari, legami sociali precari, emarginazione, solitudine, ma anche idee politiche di estrema destra dei genitori.
Timo (è lo pseudonimo scelto dall’autore per celare la propria identità) non conosce il padre, e la madre è del tutto inaffidabile, arida e incoerente. Figlia di un nazista mai pentito, condivide l’orientamento politico del padre, cui aderisce con leggerezza e superficialità.
Il bambino cresce in tale ambiente e, nel disperato tentativo di sentirsi amato dalla donna, aderisce al modello proposto, entrando così in una spirale che lo porterà, poco a poco, a far parte a tutti gli effetti degli ambienti dell’estrema destra tedesca.
In che modo un bambino sensibile e potenzialmente talentuoso può trasformarsi in una persona disfunzionale e violenta?
Cosa può portare lo stesso bambino, divenuto adolescente, a indossare una maschera che ne snaturi totalmente l’immagine, a modellare il comportamento secondo schemi imposti da altri, a entrare spontaneamente in una trappola pericolosa, a rinunciare ad amicizie sincere?
Vittima assieme ad altri della manipolazione di alcuni, Timo entra a far parte di un gruppo neonazista.
Crede di trovare finalmente, in queste persone, la “famiglia” che aveva sempre sognato; partecipa con entusiasmo a raduni d‘indottrinamento in cui le dottrine naziste si fanno via via sempre più esplicite; viene indotto a credere che la fedeltà al gruppo sia più importante della libertà individuale e, senza accorgersi, entra in una spirale dalla quale può essere molto difficile uscire vivi.
Ma accade qualcosa e Timo si trova di fronte a un bivio: una serie di incidenti e alcuni nuovi incontri lo portano a interrogarsi, a chiedersi se sia questa la vita che vuole.
Le risposte che riuscirà a darsi saranno fondamentali per la sua vita futura.
Neonazi offre uno sguardo privilegiato negli ambienti dell’estrema destra; permette di seguire dall’interno l’inserimento di un giovane in quel mondo senza le distorsioni create da filtri ideologici o da barriere culturali derivanti da una prospettiva giudicante.
Aiuta a comprendere quali siano i meccanismi di adesione a un sistema di valori che sta prendendo piede ovunque in modo pervasivo e quali gli strumenti per contrastarli